(se volete scrivere commentare,
il mio indirizzo è questo francofrigo@francofrigo.it
11 gennaio 2018
Come immaginavo, non sono riuscito a
caricare sul sito il testo del 31 dicembre. Ci si dimentica le procedure, si
perdono le abilità. Non si procede , si retrocede. Questo inizio d’anno è
segnato da piccole cose. Daniele abita nella casa ristrutturata con Alice. Noi
sempre a Marta. Passo il tempo leggendo e ristrutturando una bicicletta. La
Bianchi Rekord 745 del 1976 di Luciano. Non sono
molto bravo, ho dubbi, ma mi piace fare con le mani. Faticare mentre fuori
piove e fa freddo.. Finalmente piove parecchio. Il Lago ancora non se ne è
accorto, è ancora molto basso, forse 70 cm sotto il livello usuale.
31 dicembre 2017
Sono quasi tre anni che non aggiorno
il mio sito. E’ diventato un quadro che nessuno cerca mai di guardare. Non è
nemmeno uno spazio di rifugio, Un luogo nel quale colloco miei pensieri, storie
e accadimenti. Cosa è successo? Mi chiedevo nel 2013 cosa sarebbe successo con Facebook. Ecco ora lo vedo. Sono in fuga da me stesso se
penso che quello che ho costruito un tempo non abbia più valore. Avevo un
progetto. Evidentemente ora, in questi anni, anche perché mi è mancato il
valido supporto di Antonio C., vago nel terribile mondo dell’oggi senza ieri e
senza domani che nasce e muore sullo schermo , più che dentro il mio
telefonino. So di essere in buona compagnia, ma questo non mi consola.
Pensierino e proposito per il nuovo
anno. Ogni giorno due righe, ma qui. Almeno se riesco a caricare questa pagina.
E non ne sono ancora sicuro. Sono le 17
in punto del 31 dicembre 2017 e sono a Torino, con Rita, a casa di mia sorella
dopo aver pranzato con Chicca, Andrea e la piccola Anita che ha fatto tre anni
il 24 ottobre di quest’anno. Scrivere con il PC non è più mia abitudine. E gli
errori di battitura si moltiplicano. Qui non c’è il correttore automatico che
da una parte ti aiuta e dall’altra ti fa scrivere parole e frasi che fanno
perdere il senso anche alle frasi più semplici.
Faccio sempre esercizio di lettura,
ma spesso i libri sono scritti male. Non scrivo più. Una poesia all’anno e
qualche poche righe di accompagnamento agli auguri per le feste e i compleanni.
Un 2017 con la mia prima, e credo
unica, Maratona dles Dolomites,
55 chilometri sui quattro Passi dolomitici del SellaRonda.
4500 chilometri in bicicletta, pochi per chi ne fa tanti, tanti per chi ne fa
pochi.
48 giorni li abbiamo passati a
Torino. E’ diventata la nostra seconda città, dopo Marta. Che forse città non
lo sarà mai. A Roma ci passiamo solo per poche ore. Io voglio fuggire via
appena arrivo.
24 febbraio 2015
Scrivevo bene a novembre del 2013,
quando parlavo della prevalenza della comunicazione via Facebook.
Da allora ho trascurato questo mio sito, continuando a pagare per avere una e-mail riservata con il mio nome e
per avere il mio spazio, con un blog che ripete il mio nome e il mio cognome.
Su Facebook
ho scoperto che scrivo e pubblico immagini per gli altri, per piacere agli
altri o per comunicare ad altri, sempre distratti, qualche aspetto del mio
presente. O del mio passato, come quando pesco vecchie immagini e le metto in
rete.
Questo sito invece lo avevo fatto
per me, perché mi rappresentasse e perché, forse, favorisse anche il dialogo
con i miei amici “vicini e lontani”. Oggi ho ripristinato il contatto con
questa parte di me stesso.
E oggi è anche il 24 febbraio, sono
quattro mesi che Anita, la mia nipotina torinese , è venuta al mondo. Auguri
Anita!
Novembre 2013, 20
Undici mesi dopo.
Debbo arguire che la presenza di Facebook sia
una presenza rilevante, spiazzante, assorbente. Una presenza che non tocca la
mia vita profondamente ma che si insinua nelle pieghe delle mie abitudini
quotidiane e spezza quella che per un periodo è stata una buona abitudine:
quella di segnare le tappe della mia esistenza con pensieri e immagini
rese esplicite, per me e per altri.
Particolare>Universale>Particolare. Riscrivo perché ieri, nella sala
d’attesa di un medico oculista, per ricordare con certezza in qual mai
occasione mi fossi recato in Giordania (e in quella occasione mi sono dotato di
occhiali da vista) ho fatto ricorso a questo sito, questo MIO sito e guardando
e leggendo ho avuto la certezza che nel maggio del 2010 mi son fatto gli
occhiali e poi sono volato in Giordania per attraversarla tutta e arrivare
quindi fino ad Aqaba sul Mar Rosso.
Ora mi muovo tra un orto ed un
giardino in un mare di verde, anche grazie alle abbondanti piogge, con strade
che si chiamano “Terra Rossa” e che ricordano i lapilli del vulcano che fu un
tempo l’attuale Lago di Bolsena. Qui attorno è tutta terra rossa, terra forte,
produttiva, terra di ulivi e terra di vino. Quest’anno più terra da vino che
d’olio, chè la raccolta è stata assai scarsa, anche
se la qualità dell’olio rimane alta. Quindi tra le sinecure del mio vivere in
campagna c’è stata la vendemmia dai Cherubini ma niente raccolta d’olive.
E sempre in tema di risposta alla
domanda che molti mi rivolgono, solo a volte esplicita ma sempre sottesa,
relativa a come cisi riempie le giornate in quel di Marta, va detto che, appena
si può, con Rita ce ne andiamo per boschi per funghi. Ora non è grande
stagione, si trovano Galletti ( Cantarellus, Gialloni,Finferli, come si vogliono chiamare) e Russule.
Domenica c’è scappato anche un Porcino, bello di fuori, bacato dentro e senza
odore.
Poi ci sono le bici. Appese nella
casetta di legno. Appese al riparo dalla pioggia ma anche dai sassi e dalla
fatica perché ora sono in fase di “fermo biologico” in attesa di capir meglio
che mi racconta il cuore che fa le bizze. Ho pedalato poco al lago e più nelle
mie trasferte romane , con gli amici “pesciaroli di
terra”, in attesa di avere un bel gruppetto di “pesciaroli
di lago” con cui riprendere il largo attorno a questo bel lago e alle sue
colline.
E nel frattempo rinasce la passione
politica, qui c’è poca politica e ancor meno passione, dei fatti e dei misfatti
se ne parla nei bar, come in tutti i paesi e poco o nulla nelle sedi
“deputate”. Proprio oggi me ne vado in quel di Viterbo per una assemblea
provinciale del partito del quale ho ripreso la tessera e nel quale ci sono
ormai più personalismi che correnti vere e proprie. Da tempo ho fatto ormai la
scelta di essere uomo di sinistra in un grande partito do ve si confrontano
tante e forse troppe posizioni, piuttosto che militare con i “duri e puri” che
non riescono né a far opposizione né ad essere forza di governo.
Ma come si fa a costruire in Italia
una alternativa di sinistra? Una volta nemmeno ci si poneva il problema, si
faceva opposizione senza opportunità di passare a gestire il governo centrale,
ed era tutto più facile. In tal modo si è contribuito a costruire una enorme
“coscienza critica” nel paese. Poi si è andati al governo e non si è dimostrata
grande capacità di affrontare i problemi strutturali del paese. Ora si vuol,
fare governo e opposizione. Servono persone adatte a far l’uno e persone adatte
a far l’altro. Le prime ci sono e le seconde?
E intanto un po’ di immagini ad
aggiornamento delle precedenti.
Con un vecchio amico. Marta sotto tramontana a novembre. Davanti a
San Pietro di Tuscania. S. Pietro visto dal paese. La via Cassia antica tra
Montefiascone e Bolsena. FF a casa a Marta. Una bella bici da passeggio Atala
da poco acquisita. Ancora il basolato
romano della Cassia e sul fondo l’isola Bisentina nel Lago di Bolsena.
Gennaio 2013 Il Natale delle
cene e dei pranzi è stato “affrontato” a Roma con tutta la famiglia riunita
nella vecchia casa. Prima del 24 siamo stati a Marta dove io ero impegnato come
Babbo Natale in piazza , attorniato dai bambini piccoli che volevano la foro
ricordo e con i giri in carrozza sia il sabato che la domenica pomeriggio a
scampanellare per far saper che il Babbo era arrivato anche a Marta. Con la
lunga barba bianca ( la mia naturale), con il vestito rosso e con un cuscino
d’aiuto per la pancia che (per fortuna ) non c’è ancora, non sembravo proprio
estraneo al ruolo. Certo, non ho il fisico per fare BabboNatale, ci
vuole un’altra faccia, più tonda e degli occhietti che ridono…A Marta c’è un
buon Babbo Natale, ed è Tristano, un romano che da ben 12 anni vive qui, un ex
pilota d’aereo che si impegna in tutte le iniziative. Lui è il titolare, io
sono, al massimo il suo sostituto. Alla fine, una bellissima esperienza di
dialogo con i bambini, anche impertinenti, come si addice al bambine del 2012.
Poi Capodanno a Torino, con la festa e la musica a Piazza San Carlo e il
brindisi con mia sorella, mio cognato, Rita e le nipoti a Piazza Vittorio,
nella sede del locale Clorophilla e in piazza. Poi il
primo gennaio a Novalesa, sotto la cerchia di montagne con la neve. Il
bellissimo Rocciamelone con i suoi 3500 metri e più,
dove sono salito ormai credo venti anni fa. E all’ora di cena, si accende la
luce sul balcone mentre i nipoti da Roma chiedono “e la neve?” e la neve
arriva. Per poco per due ore, quanto basta per rinnovare la magia e darci a possibilità
di svegliarci con i prati bianchi. Poi arriva il sole e la magia svanisce. Adeso siamo a metà gennaio e a Marta si
attende il falò di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali.
Nel frattempo a Marta si è fatta “Betlemme”
il pomeriggio dell’Epifania , e a me è toccato fare il Re Magio ( o il mago Re
astronomo che porta l’oro dall’oriente) assieme a Dino e a Ivaldo. Il centro sorico di Marta si è trasformato in un centro antico con
vecchie botteghe come ai tempi della Betlemme ricreata nel Medioevo ai tempi di
Francesco d’Assisi. Suggestivo e emozionante per me entrare in chiesa tutto
bardato per portare il dono al bambinello. Un bambino veramente piccolo tenuto
in braccio dalla madre-Maria e con l’aiuto del papà-Giuseppe che doveva
badare anche al fratellino di quattro
anni. Alla fine il parroco, Don Roberto, dà la benedizione non con le mani ma
con il bambinello che cominci a svegliarsi dopo aver dormito per ore.
Oggi, 15 gennaio 2013, ho
provato una nuova bicicletta d’epoca, una Atala degli anni 60,
regalatami da Dino P. non molto diversa da quella con la quale ho corso nel
1962, più di 50 anni fa le mie tre gare da “esordiente” a Brescia. Ci sono
problemi alla catena e al cambio ma forse solo perché è rimasta ferma da 20
anni, appesa in cantina come capita in questi paesi.,
Novembre 2012
17 novembre Finita la raccolta
delle olive
Portate le ultime olive al frantoio
di Angelo S. a Marta. 230 chili le abbiamo raccolte e 190 circa le abbiamo
acquistate da due amici che hanno più alberi delle proprie necessità
famigliari. Alla fine verrà fuori un olio fatto di Canino, di Leccino e di
Frantoio, ma se chiedi ai martani non necessariamente
ti sapranno dire la differenza anche se sono nati tutti sotto un ulivo. Prima di
oggi ne abbiamo già raccolti quasi cinque quintali che già sono stati macinati
e messi nei recipienti. Lavoro duro ma di grande soddisfazione. Io sull’albero
a potare i rami che hanno già prodotto e che si innalzano sopra un livello
ragionevole. Una potatura leggera che potrà essere completata a primavera.
L’Ulivo è una delle poche piante che non soffre la potatura se non in occasione
di gelate molto intense. Per la prima volta ho raccolto anche olive dalle mie
povere piante di terra rossa, ho raccolto circa 25 chili tra Leccino e Canino.
L’anno prossimo spero, con opportuna concimazione di poter ottenere qualche
cosa in più.
15 novembre 2012 Turista per caso a Roma
Due brevi riunioni di lavoro a Roma
e tre ore di intervallo. Giro per una Roma da ri-conoscere
dopo anni di abbandono da parte mia. Oltre alle solite piazze e ad una visita
al ponte Sant’Angelo sospeso sulla pina del Tevere, un giro tra vicoli e strade
che un tempo abitavo: via dei Coronari, via dei Banchi Vecchi, via del
Pellegrino, via dei Giubbonari, piazza Campo dei
Fiori, il Monte dei Pegni. E in mezzo la visita a tre chiese: San Luigi dei
Francesi per i tre Caravaggio dedicati a San Matteo, San Salvatore in Lauro e
Santa Barbara. Poi i Fori e su per il rione Monti e le strade verso la Stazione
Termini. Un modo per riconciliarmi con questa città che mi ha ospitato per più
di quarant’anni ma che non è mai stata mia.
Ottobre 2012
Settembre
Agosto
14- 15 Luglio La festa del Villano
di Marta
Per la prima volta sono dalla parte
di chi lavora e non dalla parte di chi va a mangiare alle feste di paese.
Organizza Marta Senza Confini, l’associazione alla quale siamo iscritti sia io
che Rita. Si lavora in 35 e arrivano in due giorni 1500 persone. Il sabato i
turisti, la domenica a mezzogiorno gli atleti del primo Festival dei Dragon Boats, alla sera molti martani.
Tre chef in cucina e noi alla brace. Bella esperienza, con foto sulle pagine
dei quotidiani della Tuscia.
12 luglio 2012 Celleno vecchia
.
Giugno
28 giugno 2012 a pesca con Nando e Alessandro
Sveglia alle 4, con Ale, mio nipote
di 12 anni si va a pesca sul lago di Bolsena, dal borgo dei pescatori di Marta, con la barca di Nando che esce spesso
a lucci. Alla fine un luccio di un chilo e mezzo circa e altri 10 luccetti a misura. Ale entusiasta.
11 giugno 2012 Amsterdam
Si parte per Amsterdam con Rita e
gli amici Marcello e MariaGrazia. Volo per Schiphol e poi albergo a due metri da piazza Dam. La piazza
non ha più nulla di mitico né di ritrovo degli hippy di un tempo. Fa freddo e
c’è gente che si muove intabarrata. Niente del caldo che abbiamo lasciato.
Giriamo per strade, canali, musei (praticamente chiuso il Riisk,
con poche sale aperte e un biglietto che ha sempre lo stesso prezzo..). Poi
andiamo a vedere i mulini a vento, i piccoli porti di pescatori,…e poi
biciclette, biciclette, biciclette..
Maggio 2012 si avvia l’orto
Piantine acquistate in vari mercati
settimanali nei paesi attorno al lago di Bolsena. Ormai si vive praticamente
sempre qui. Parlando nel paese si scopre che qui la stagione è esattamente un
mese più indietro rispetto a Roma e bisogna temere la tramontana fredda. Nell’orto : insalata,
pomodori di tre tipi diversi, peperoni friggitelli,
peperoni rossi, peperoni di Capriglio, presidio Slow Food
del Piemonte, cetrioli, fagiolini, piselli, cipolle rosse (lunghe), peperoncini
di Cajenna, …
Roma-San Benedetto del
Tronto in bicicletta
Bella cavalcata di 220 chilometri
con altri 200 matti ma in particolare con Santo, Maurizio, Carlo e Roberto.
Come al solito io parto bene e avanti
fino a Rieti. Poi soffro e mi riprendo ad Ascoli Piceno. Sensazioni stupende
per la strada e molto meglio della prima esperienza del 2009.
27 maggio, piove
Oggi piove, ancora non si sa che
sarà un avvenimento importante. La prossima pioggia a Marta arriva tre mesi
dopo.
14 maggio festa della Madonna SS del Monte, le passate ovvero la Barabbata di Marta
Giornata fredda, autunnale, sfila
tutto il paese di Marta, o meglio, tutta la componente maschile. In viaggio dalla
mattina in mezzo alla tramontana su per la salita che porta al Santuario e poi
le tre passate dalla chiesa . Suggestivo e grande partecipazione
emozionale.
Aprile 2012
Sono andato in un negozio di
informatica e ho riacquistato Office di Microsoft, è un passo indietro e ne
sono consapevole. Ho un PC portatile nuovo, un Asus con precaricato Windows 7 e l’incipit di
Office. Me la sono cavata con 70 Euro invece di 100 e più. Word 2010 non è come
il precdente ma ci farò l’abitudine col tempo.
Marzo 2012 Open Office e Libre Office
Provo a smarcarmi dalla rigida
dittatura di Bill Gates e scarico e uso i due programmi free ware. Sembra che funzionino ma non riesco a usare alcune
funzionalità. E poi capita che mando un file e i miei referenti non riescono a
utilizzarli perché non si leggono.
11 febbraio 2012 NEVE, NEVE E ANCORA NEVE
e NINO D’ANGELO CHE FA SPETTACOLO DI QUALITA’
Nevicava la scorsa settimana, nevica
da ieri sera a Roma. Mi sembra di essere ritornato agli anni giovanili. Brescia
e i suoi inverni di freddo e di neve. Aspettando quando il colore del cielo
cambiava, diventava rosa e quasi rosso a sinistra di casa mia, verso là dove
c’era il centro di Brescia. Il cielo cambiava colore e cominciava a nevicare, e
si andava a letto eccitati. La mattina mi svegliavo con il rumore degli
scarponi di mio padre che rientrava a
casa dopo aver scopato via con la saggina la neve dalla strada che scendeva
ripida verso la piana. Dall’alto della finestra della mia stanza al piano
superiore guardavo il bianco che nascondeva il verde dei cipressi e il marrone
della terra smossa dell’orto. E poi appena potevo, anche da piccolo, salivo
verso il bosco a osservare il mondo sotto la neve.
…Ma anche adesso lo spettacolo non
manca e l’mozione ritorna. Ieri sera nonostante la nevicata in corso siamo
usciti per il teatro del venerdì sera. Abbonamento all’Ambra Jovinelli per il
quarto anno e incontro con artisti, per me, improbabili, come Nino D’Angelo.
Improbabile l’incontro in verità, dal momento che io non ascolto queste canzoni
“neo melodiche” napoletane. Non improbabile l’artista. Bravo, bravissimo e con
lui un gruppo di 20 giovani (e non più giovani) napoletani con voci di grande
qualità.
Una scoperta Nino d’Angelo.
E poi ritorno nella neve e nella
nevicata che continuava, auto con le nuove gomme termiche, sicura anche sul
terreno viscido. Poi il Muro Torto senza auto. Credo sia la prima volta che mi
succede in più di 40 anni al volante a Roma. Poi recuperato Daniele al centro
via per la nostra bianca periferia.
Che notte questa notte!!!
7 febbraio 2012 RIPRENDERE IL DIARIO
Dovrei aver risolto (con il prezioso
intervento del mio valido amico Antonio C.) l’accesso al sito. Urge
ricominciare a scrivere per fissare
fatti, pensieri, rapporti, avvenimenti più o meno rilevanti. Anzi dovrei
cominciare a fissare i fatti meno rilevanti. Quelli che mi riguardano di più.
E’ nei dettagli che sta la
grandezza. Non esistono grandi avvenimenti che non siano contornati…da
contorni. Se ci limitassimo a studiare i contorni già saremmo a buon punto per
scoprire quel che sta all’interno. Insistere per comprendere l’essenza delle cose
invece che avvicinarci alla comprensione del mondo spesso ci porta ad isolarci
da tutti.
CORREVA L’ANNO 2012, L’ANNO RICORDATO COME L’ANNO DEI PROFESSORI
Speriamo che il 2013 non sia
necessariamente chiamato l’anno dei dottori.
13 dicembre 2011 IL GOVERNO DEI PROFESSORI E LA VITA PRIVATA DEI
PENSIONATI
Come sembrano lontano i giorni dei
Referendum !!! Chi se li ricorda più? E come sono andati? Abbiamo vinto noi dei
4 SI’? Cosa conta vincere una battaglia
se poi si perde la guerra? C’è gloria per i vincitori? No, solo paure che si
sovrappongono a paure. E che cosa succede quando a vincere è la paura?
Berlusconi se ne va e un altro arriverà? Oppure i cittadini di questa
grande-piccola città chiamata Italia
saranno in grado di rigenerarsi? Chi dice che il male sta ben piazzato dentro
di noi, noi , quando razionalmente ragioniamo. E così ci riscopriamo poveri non
di denaro ma di futuro, di capacità di costruire un mondo migliore perché NON
LO SAPPIAMO NEMMENO PIU’ IMMAGINARE UN ALTRO MONDO. Eppure un altro mondo è
possibile. Noi che abbiamo fatto questo
percorso, quello che ci ha portato qui lo sappiamo. Ma lo sappiamo in pochi che
è possibile ri-creare un mondo? Il mondo non è al di fuori di noi, è parte di
noi, ci circonda, è vero, ma ci pervade. Noi siamo liquidi e ci spargiamo sulle
sporgenze del mondo e così prendiamo le forme del mondo ma il mondo che è
dentro di noi esce da noi e costruisce e crea.
A meno che, vivere non sia altro che
osservare ciò che ci sta attorno. Ma anche osservare è partecipare al
cambiamento, se i nostri occhi sono educati a vedere le sfumature, a
riconoscere i dialetti, a vedere nel buio e non solo nella luce…
Il tempo è una grande ricchezza,
scoprirlo è l’impegno.
9 giugno 2011 SALUTE ( che latita)
E REFERENDUM
Oggi dopo due mesi ho aggiornato il
mio diario della bici. Credo di averlo fatto perché oggi sono 15 giorni che non
tocco la mia bici da corsa. Problemi di salute. Sono sotto antibiotici perché
attaccato da un Enterobatterio Aglomerans (o Pantoea ) che sembra sia presente in campagna, in
particolare è saputo che attacca i noccioli. Questa infiammazione ha portato
febbre per quattro giorni e mi ha debilitato. Niente bici anche perché ho un
PSA che è alle stelle e stare in sella non è proprio consigliabile. E così ho scritto
le date delle uscite. E, a proposito di uscite.DOMENICA
USCIRO’ PER ANADARE A VOTARE SI PER I QUATTRO REFERENDUM. Anche se i referendum
non mi piacciono, anche se non partecipato alla raccolta delle firme, sono
convinto che si debba andare e votare SI’.
Oggi ho ritirato la tessera del
sindacato pensionati. Di quale sindacato? Ma del più grande, quello che ha più
iscritti e , guarda caso, ha più iscritti in pensione. Io ho avuto parecchi
amici cislini e amici anche nella Uil, ma quando penso ad aderire ad un
sindacato non ho mai dei dubbi. Non ho detto il nome , solo il cognome, mi
pare…
13 marzo 2011 ORTO, GIARDINO E ALBERI DA FRUTTA
Sono passati quasi tre mesi
dall’ultima pagina che ho scritto su questo mio sito. D’altronde, è un sito, il
mio e non è un “Blog”. Io non dialogo con i lettori (credo non ci siano),
dialogo forse con me stesso e metto in fila pensieri. Per fortuna penso anche
tra una pagina e un’altra, tra un anno e un altro. Penso ed agisco. Questi sono
i mesi dedicati alla casa a Marta. La casa “del lago”. Non è la casa “sul
lago”, perché l’acqua sta a cinquecento metri (in linea d’aria) e non è una
casa di un paese. Sta a metà esattamente tra Marta e Capodimonte. Su una strada
bianca che , essendo rossa, si chiama, regolarmente, Strada Terra Rossa. E
adesso è arrivato il momento più bello. Fra poco la casa sarà abitabile e fra
poco
24 dicembre 2010 Vigilia di Natale
Gli auguri fluttuano nell’aria
Si appoggiano alle gocce di pioggia
Si illuminano del sorriso dei bimbi
Si colorano del piacere dei ricordi
Ascoltano lo scorrere del tempo
Parlano ai cuori e accendono le
menti
È Natale, è Natale, è Natale
25 novembre 2010 Daini nei campi
della via Marcigliana
Erano anni che non vedevo i daini
nella Riserva della Marcigliana. Oggi, durante l’uscita in bici con il gruppo
dei “pesciaroli” che parte sotto la mia casa romana,
ho potuto osservare una maschio adulto di daino allo stato brado, fermo al
sole, vicino alla strada che noi stavamo percorrendo, con uno stupendo palco di
corna palmate. Il daino sembra un cervo ma ha le macchie chiare sul manto e i
maschi adulti hanno corna ampie. Al ritorno del giro in bici (Salaria, Le
Piane, Fiano, Passo Corese…) sono ripassato per via della Marcigliana, il daino
era ancora là. Non sono riuscito a fotografarlo ma ritornerò pronto per
scattare una foto. Emozioni e piacere allo stato puro, bellezza selvaggia, e
tutto a due passi dal caos della città.
14 novembre 2010 Nel 2024 l’Italia compie 2000 anni.
Forse non lo avevo mai saputo oppure
lo ho semplicemente dimenticato: nel 49
prima di Cristo i Romani decisero che
anche la regione Cisalpina da quel
momento avrebbe fatto parte dell’Italia.
Nel 27 dopo Cristo sempre i romani decisero che l’Italia comprendeva un
territorio che da Nizza arrivava sino all’Istria. Nel 2027 potremmo quindi
festeggiare un anniversario veramente
importante. Perché nessuno ne parla ? Forse perché allora l’Italia unita non esisterà più ? O forse perché
questo Paese non ha più memoria?
14 novembre 2010 Ma quale crisi ?
Paese in declino, paese fatto come
tutti i piccoli paesi che lo compongono: resiste, si sgretola, è vecchio al
centro ma “è anche” moderno alla periferia,
ha cultura da vendere e compera la
cultura degli altri a vagonate, nega il futuro ai giovani ma coltiva giovani
generazioni che galleggiano fuori dal finestrino delle loro macchine rombanti
isolati nella loro musica assordante, ha oil primato della partecipazione
emotiva ma ha perso la fiducia nel prossimo, pensa che si debba valorizzare la
componente femminile della società ma nega il lavoro alla donna che vuole
essere madre, parla di libertà ma costruisce patiboli mediatici per tutti
coloro che si esprimono fuori del coro, guarda a Nord ma pensa a Sud, invoca il
cambiamento ma non è disposto a lasciare posti per chi deve subentrare,
…..
8 novembre 2010 Gli anni? 64 !
Ho festeggiato il
4 novembre 2010 Biciclette, festa
della Vittoria, prostitute per strada, maternità e cultura
Uscire con gli amici della bici e
vagare per i paesi attorno a Roma è anche un modo di dialogare con gli altri
(l’età è più o meno la stessa) di quanto accade attorno a noi. Oltre allo
sport si parla, quando ci si ferma al
bar, di quello che accade in Italia. Berlusconi e le donne, le ragazzine , le
escort, i suoi soldi come li spende sono affari suoi, beat lui che può avere le
donne che vuole, ma quella potrebbe essere sua o mia figlia o mia nipote,
perché avere un puttaniere al governo, perché avere qualcuno che fa solo gli
affaracci suoi. E via discorrendo. Se
nessuno si mette di traverso, il pensiero del Presidente del consiglio prevale.
Serve almeno un piccolo sforzo per interrompere il flusso delle affermazioni pseudo
liberiste. Poi, quando si pedala, soprattutto in salita,. Si parla poco. Ma si
osserva. A Montelibretti sono pronti i Carabinieri e i militari a festeggiare
il 4 novembre e a deporre la corona d’alloro. Poca gente, soprattutto persone
anziane. Poi sulla Salaria prima di Monterotondo scalo due immagini si fissano
nella memoria. Una giovane prostituta bianca incinta, almeno al quinto mese,
guarda chi passa per la via e un giovane (marocchino ?) che la controlla,
facendo finta di niente. Poco più
avanti, seduta a terra, un’altra giovane prostituta legge una rivista. Un tempo
leggevano Sogno e Intimità. La ragazza leggeva Newsweek.
Saranno 2-3000 i lettori di Newsweek in Italia, lei è
una di quelli. Si sta aggiornando su quanto accade nel mondo ? Si chiede cosa
sono i Tea Party? Si sta preparando per una carriera politica? Visto come vanno
le cose nel nostro paese, la giovane immigrata che per ora fa la prostituta
sulla via Salaria, val la pena di prepararsi, domani si potrebbe essere
chiamate per un incarico governativo!!!
22 ottobre 2010 Realpolitik
Adesso che già non se ne parla più
(è notizia di cinque giorni fa!!!) mi va di riflettere brevemente sull’ipotesi
ventilata di portare bombe a bordo degli aerei militari italiani che operano in
Afganistan. Ci dice il Ministro se questo si dovesse
decidere, non significherebbe passare dall’atteggiamento difensivo a quello
offensivo. “Intanto noi siamo in Afganistan per
assicurare sicurezza ai nostri cittadini”, ci dicono, “per salvare i nostri
figli” ed è per questo che alcuni “eroi” si immolano per salvare noi tutti. Non
conosco bene la vita e la logica militare (gli anni 72-73 del mio servizio
militare sono forse troppo lontani…) ma mi sembra di poter dire che non ci
siano più figli della patria mandati a morire in quanto il servizio militare
non è più obbligatorio, noi non abbiamo più un “esercito popolare” ma un
esercito di professionisti che fanno il militare per mestiere, per scelta, così
come è per scelta che molti vanno nei luoghi dei conflitti aperti. Ma io non
volevo parlare dei militari volontari, perché in ogni caso essi sono il simbolo
dell’impegno del Paese a favore della pace (costruttori di pace attraverso
logiche di guerra), volevo ricordare ai distratti che, come ricordato anche in
questi ultimi due giorni da Ministro Frattini, oltre all’exit strategy si sta mettendo in atto una strategia di richiamo
alla responsabilità dei Taliban. Fra pochi mesi
probabilmente i cosiddetti Talebani non saranno più da considerare terroristi
ma patrioti Oggi vengono bombardati e combattuti, domani, in un domani molto
vicino, dovremo assisterli e aiutarli
probabilmente a diventare poliziotti piuttosto che soldati. A che serve sparare
oggi a quelli che già sappiamo saranno tra poco i nostri amici? Che senso ha mettere a repentaglio la
vita di cittadini europei, americani, australiani, etc
e di cittadini afgani se anche gli strateghi militari americani sono convinti
che con i nemici che non si possono vincere non resta che allearsi? Allora realpolitick è cercare oggi alleanze investendo più sui
negoziatori di pace piuttosto che sui militari. E lasciando negli arsenali le
bombe che sono strumento di morte indiscriminata, anche quando vengono
spacciate per “intelligenti”.
3 ottobre 2010 L’Eroica di Gaiole
in Chianti
Ho corso l’Eroica come due anni fa.
Ho impiagato meno tempo ma ho faticato come una bestia. Stupende le colline e
bella la festa delle bici. Da tutta Italia e da tanti paesi stranieri a aiole
per il fascino di pedalare sulle strade bianche. Fascino anche delle strade
bianche bagnate e delle ruote che fanno fatica a mordere quando si frena.
Bestiali le salite. Tremende le discese , e c’è li fa a rotta di collo…. Nella sezione del sito dedicata al Diario della bici ho messo la cronaca
della giornata e un po’ di foto. Per gli appassionati delle due ruote e
soprattutto delle bici di un tempo.
1 ottobre 2010 Il Cancello di
ferro (ma non sarò un Cancelliere di ferro…)
Non avendo mai posseduto una casa
con del terreno non ho mai posseduto un cancello. Adesso è piazzato su una
rampa di cemento al 10%, buona per allenarmi in bici. E il cancello è lì a
dividere tra il dentro e il fuori. Cancello aperto, ci siamo, cancello chiuso,
non ci siamo. E intorno c’è ancora tutto il terreno incolto, calpestato dalle
ruspe, violato dalle macchine e dal cemento. Prossima tappa, lavorare la terra
e renderla pronta per la semina del prato. Gli alberi fra poco saranno spogli e
andranno potati. Lavoro per chi se ne intende. Intendo dire non per me. Mio
padre sapere trattare le piante del campo e le verdure dell’orto. Io da lui,
purtroppo, non ho imparato quasi niente
e adesso mi toccherà apprendere da altri.
21 settembre 2010 L’aula fa bene
Spero abbia fatto bene anche ai
partecipanti (discenti, io ero un partecipante docente) del corso AMICO la mia
presenza in aula. A me loro hanno dato molto, mi hanno sicuramente aiutato. Si
parla tanto di autostima, la mia è aumentata entrando in aula e entrando in
contatto con persone adulte che in aula portano i loro interessi, i loro problemi,
la loro disponibilità (quella esistente),… Adesso che che
le mie giornate di docenza sono finite, un po’ mi manca la loro presenza.
13 settembre 2010 Ritorno in aula
Fino all’ultimo ero indeciso se
accettare o defilarmi. Dopo 18 mesi sono rientrato in aula (20 disoccupati
adulti di alta scolarità con più di 40 anni e che hanno perso lavoro da mesi…)
e vi sono entrato decisamente preoccupato. Per l’aula, per i contenuti, per la
distanza che percepivo tra la mia nuova condizione e i contenuti che dovevo condividere
con loro. Un gruppo di partecipanti motivati e interessati, un buon clima e un
buon rapporto (molti si sono rivolti a me da subito con fare amichevole e
colloquiale..) costruito dal primo momento. Sono partito dalle esperienze
lavorative da me vissute a contatto con gli uffici e con i programmi
dell’Unione Europea e questo è servito a creare dentro di me sicurezza ed
equilibrio. Ora sono due giornate (dalle 8 alle 14) che abbiam passato assieme. Se po’ fà.
8 settembre 2010 Da quasi martano a Cittadino di Marta
Oggi ho ritirato la posta e con una
lettera dell’impiegato del Comune di Marta Amulio S. mi si comunica che la mia
domanda è stata evasa positivamente. Dal 30 luglio 2010 sono iscritto
all’Anagrafe del Comune di Marta, Provincia di Viterbo, comune rivierasco del
Lago di Bolsena.
Le mie radici sono nel
Lombardo-Veneto, gran parte della vita l’ho trascorsa a Roma, la grande
corruttrice. Ora me ne vado in un microcosmo che ho già compreso risulta essere
assai più complesso di quel che possa sembrare al viaggiatore che vi si accosta
solo per il lago e per il cibo.
Sono martano
e son contento e brindo a questa scelta anche se ancora non so veramente cosa
significhi per me ( e non solo per me).
Agosto 2010 Novalesa
Nel 2009 non ci siamo stati e allora
si ritorna a Novalesa. Il paese rimane poco più in alto rispetto alla casa di
mio cognato e mia sorella, il vecchio mulino dove (forse) albergano fantasmi
dalla seconda guerra mondiale. Passeggiate per funghi (solo mazze di tamburo) ,
per i prati intorno al Moncenisio (stupendi, anche perché io sul Passo del
Moncenisio, in terra francese , ci sono arrivato in bicicletta), al lago
dell’Arpone, a
Agosto 2010 Vacanze martane
Quest’anno niente viaggi lontani. A
maggio siamo già stati 10 giorni in Giordania !!! Allora a Marta, dividendoci
tra il lago a Kornos e la nuova casa a Strada Terra
Rossa. La casa c’è ma sembra irraggiungibile. Bisogna consolidare il muro
esterno che dà sulla strada comunale. Fatto ! Occorre fare il vialetto
d’accesso, con i muri laterali di tufo, occorre fare il cancello, etc., etc.
etc. Agosto fatto di pensieri e di incontri con i tanti che son coinvolti nei
lavori della casa nuova (vecchia ma nuova per chi l’ha presa ora).
19 luglio 2010 Quel rumore inquietante
Scrivo poco e sono preso dalle
preoccupazioni che mi crea la nuova casa in quel di Marta. Sono alle prese con
geometri e ingegneri, con le regole scritte a rate, adatte a realtà che sono
difficili da identificare. Sono alle prese con le tante e nuove identità che ci
troviamo addosso quando ci confrontiamo con i terreni alberati, i muri di
blocchetti di tufo, gli impianti idraulici vecchi e gli impianti nuovi da fare.
Resiste il pozzo romano scavato a mano nel tufo in un lontano passato. A Roma
invece sono alle prese con un rumore che accompagna da troppi mesi le mie
letture e i miei lavori al computer. Vicino a casa, proprio davanti alla coop,
davanti all’Inps e davanti al Commissariato di Polizia del IV Municipio da
circa un anno una ditta (marchigiana) sta costruendo un parcheggio. Prima ha
scavato. Poi ha portato terreno da una collinetta vicina. Poi ha cominciato a
scavare per fare le palizzate di cemento armato per reggere la costruzione. Poi
hanno demolito, almeno in parte quanto fatto, intorno hanno creato un monte di
macerie di cemento. Poi hanno ricominciato a costruire palizzate , poi hanno
ripreso a liberare la terra. Ci sono grandi macchine e che lavorano ore e ore
ogni giorno. Il rumore che accompagna il lavoro degli operai è quello di una
sega metallica che taglia il ferro e che lancia del peso a distanza. Un rumore
che non diventa mai musica, che prende un ritmo e subito l’abbandona. Un rumore
forte, acuto, che attraversa l’aria e lo stradone dedicato ai tre Presidenti.
Nel recinto del cantiere ci sono ben sedici container-abitazione. I vicini
preoccupati mi han chiesto :”ma non verranno gli zingari in quelle baracche?”.
Non credevo che per fare un parcheggio occorresse tanto tempo e tanto lavoro. A
meno che non stiano aspettando di trasformare una licenza per il parcheggio in
una licenza per costruire palazzine. Vuoi vedere che questo rumore che non
diventa ritmo e che come melodia lascia molto a desiderare non è altro che il
segno dell’attesa per una nuova speculazione ….?
29 giugno 2010 Il bisnonno Domenico
Il velo si è un po’ squarciato e dal
passato arriva qualche notizia. Di ritorno da Valeggio sul Mincio avevo scritto
al Comune di Montebello Vicentino chiedendo notizie dei Frigo che hanno vissuto
lì. Incredibile, mi ha risposto una gentilissima impiegata del Comune vicentino
e mi dice (per posta elettronica ovviamente) che mio nonno Francesco era
effettivamente nato nel 1879 (e non 89 come sulla lapide del cimitero di
Borghetto, come mia zia già sospettava, morto a 70 anni e non già a 60) da
Frigo Domenico, nato il 14 novembre 1845 e sposato con Angela Dotto (nata a
Sarego il 24 aprile 1855) nel 1874. Mio bisnonno quindi si chiamava Domenico e
dovrebbe aver avuto figli a partire dal
Viaggio a Montebello da programmare
per i primi di ottobre. Visita alla parrocchia e ringraziamento al Comune.
28 giugno 2010 Quasi martano
Appuntamento dal Notaio a Viterbo
alle 17,30. Un po’ di attesa e poi il Notaio comincia a leggere l’atto con il
quale un piccolo appartamento e un piccolo appezzamento di terra grande circa
un quarto di ettaro nel Comune di Marta diventano di mia proprietà ( e di
proprietà anche di Rita, …). Dopo 15 anni di
frequentazione del Lago di Bolsena adesso mi ritroverò ad essere sempre
più parte della Tuscia Viterbese, terra di cavalli, di grotte scavate e di
paesi costruiti sul tufo , di gente attaccata alla terra come capitava nei
luoghi dove sono nato e cresciuto. Adesso ho alberi da frutto e spazio per fare
un bel giardino, farò un orto con l’angolo degli odori. Occorrerà difendere l’orto da una presenza piuttosto
singolare: la “spinosa”, ovvero l’istrice che scava buche e mangia radici . Nel
campo c’è un pozzo antico, un pozzo artesiano con un’apertura tonda che si
allarga a cisterna. Mi si prospettano mesi di intenso lavoro per rimettere in
sesto il campo e per cominciare l’orto e il giardino.
23 giugno 2010 a Valeggio sul
Mincio
L’occasione per tornare nel paese
dove è nata mia madre e dove si sono sposati i miei genitori non è delle più
liete, il funerale di mia zia Bianca. La zia dalla quale ero spesso ospite
quando da ragazzo andavo a trascorrere
pochi giorni o settimane intere lontano da casa (ben
19 maggio 2010 ForumPA
Entro al ForumPA
su sollecitazione di un Ufficio del Comune di Roma che vuole premiare i
funzionari e i dirigenti che hanno presentato 60 progetti per cercare
l’eccellenza nell’amministrazione. Assessore capitolino, Dirigenti (qualcuno mi
conosceva per quello che avevo fatto nel mondo della formazione), una platea di
dirigenti e funzionari con netta prevalenza di donne. Interessante l’approccio,
vogliono tener l’attenzione sulla persona, sulla sua ricchezza e sulla sua
complessità anche quando viene ridotta ai minimi termini dell’impiego pubblico
(almeno così si dice in giro…). A me sembra che l’impiego pubblico debba essere
valorizzato in quanto più difficile e più articolato dell’impiego in
organizzazioni private. Per la mia relazione avevo pensato ad una scaletta e
poi l’ho modificata. Vi allego i punti
che intendevo trattare e che in realtà ho toccato solo in parte…
Il miglioramento
organizzativo a partire dalle persone
-
i dipendenti
pubblici sono più istruiti della media dei lavoratori italiani;
-
i dipendenti
pubblici sono più scontenti della media dei lavoratori
-
i dipendenti
pubblici fanno molta più formazione della media dei lavoratori
-
i lavoratori pubblici
sono molto spesso lavoratrici
-
i dipendenti
pubblici sono oggetto di attacchi continui per la loro presunta inefficienza, i
loro uffici vengono dichiarati poco produttivi
e le azioni intraprese inefficaci,..
13 maggio 2010 Ritorno all’ovile
A dire il vero di ovili ne ho visti
tanti. Diversi da quelli nostri, italiani. Ovili senza un ricovero vero a meno
una grotta del deserto non sia una buona “casa” per pecore e capre. Di ritorno
dalla Giordania dopo un viaggio da “turista di lusso” durato dieci giorno e
nove notti. Bello non sapere quasi nulla delle cose italiane per tanti giorni,
solo notizie sportive, quelle arrivano ovunque. Amman, Jerash,
Ajilin, Madaba, Monte Nebo, il Giordano
di Betania e del sito battesimale, il Castello di Kerak,
poi la magica Petra, Petra, Petra !!! Poi il deserto del Wadi Rum, il Mar Rosso
di Aqaba e il Mar Morto. A presto foto e considerazioni.
8 aprile 2010 Ma cosa pensiamo noi
della politica? ( Ma anche della grande responsabilità dei giornalisti e ancor
più di chi gestisce le notizie e la comunicazione.)
Mi verrebbe da scrivere di “noi” e
di “loro” ma mi rendo conto che sarebbe eccessivo prendere una mia idea come
fosse l’idea di “ una parte” contrapposta ad un’altra “parte”. In realtà volevo
semplicemente commentare un fatto apparso oggi su Repubblica on-line. La
notizia è questa: il neo-Governatore del Lazio ha espresso pubblicamente la
propria rabbia per la morte per parto (per emorragia) di una donna laziale che
aveva appena dato alla luce due gemelli. E non potendo intervenire direttamente
in quanto ancora i risultati delle elezioni regionali non sono stati ufficialmente
proclamati ha invitato il Ministro Fazio a mandare immediatamente una ispezione
nell’Ospedale San Giovanni ( e forse anche alla clinica privata dove la donna
ha partorito). Mi sembra molto grave che si muoia ancora di parto nel
I fatti e le notizie non sono la stessa cosa. Noi
viviamo di fatti quotidiani che si svolgono senza produrre alcuna notizia. La
scelta di trasformare un fatto in una notizia e di costruire attorno alla
notizia il “dovere” del commento e la richiesta di opinione è degli operatori
dell’informazione. Ripensare a un diverso rapporto tra fatti e notizie dovrebbe
essere un obbligo per tutti.
3 aprile Ma questa nostra Democrazia è il sistema che dà il governo al
popolo?
Sicuramente la nostra Democrazia è
il sistema migliore che si conosca, per ora. E’ il sistema che permette di
delegare propri rappresentanti affinché questi operino per il bene della
collettività senza che ogni momento si debba chiedere al popolo che cosa pensa
in merito sia al singolo problema che alle possibili soluzioni da dare. Un
governo serve e viene legittimato, nella nostra Democrazia, dalle elezioni che
traducono i voti in maggioranze. E allora ci sono regole dettate in diversi
periodi per favorire la costruzione di maggioranze (il più possibile stabili).
In nessun paese europeo, mi sembra, oggi c’è al governo un partito politico che
abbia ottenuto la maggioranza dei voti nelle elezioni politiche generali.
Questo significa che nei diversi paesi governa quasi sempre una minoranza di
voti popolari che si sono tradotti in maggioranze parlamentari in base a premi
di maggioranza Così in altri paesi europei e così in Italia. L’attuale
maggioranza “di governo” ha raccolto nel 2008 il 47% circa dei suffragi dei
cittadini italiani. La maggioranza dei cittadini italiani ha votato per partiti
politici che non aderivano alla proposta di Berlusconi e non erano disponibili
ad alleanze con lui e con le liste che si definivano di “centro destra”. Da
come il Presidente del Consiglio si è espresso e si è mosso dal
30 marzo L’IMMAGINE BATTE
A risultato acquisito e con la
perdita di importanti regioni da parte del centro sinistra mi viene spontaneo
fare un commento a caldo. Ha vinto chi ha evitato di parlare di cose concrete e
di programmi e ha perso chi ha parlato (e scritto) di Futuro, Sviluppo e
Lavoro. Ha vinto chi ha raccontato favole, ha vinto chi è stato più
immaginifico. E questo soprattutto a destra ma, lo si vede in Puglia, anche a
sinistra. Vince non chi spiega alla mente in modo razionale lo stato delle cose
e la strada per migliorare la situazione data. Non vince chi parla del
presente, della vita corrente, dei problemi di tutti i giorni (avete sentito
Bersani parlare degli operai che si alzano alle 5 di mattina ….sembrava parlasse
di una particolare tribù detta “degli operai di fabbrica”), del costo del pane,
del mutuo, eccetera eccetera, vince chi fa intravedere un Eden appena dietro
l’angolo, cioè all’indomani del voto, cioè oggi. Al Nord vince chi non parla
più dello Stato ma che costruisce per immagini (ricordate Pontida?) un nuovo
Nord con Regioni che si fanno Stato e con Comuni che si fanno Autonomie
(locali). Un Nord senza Roma e che può fare anche senza il troppo paludato PDL
che sa tanto di sovrastruttura. E questo Nord vuole eliminare le sovrastrutture
così come vorrebbe eliminare anche un certo liberismo di facciata per poter
riprendere una tradizione di buon governo che viene direttamente da Maria
Teresa, cancellata troppo presto dalla memoria collettiva di questo Nord ancora alla ricerca della vera identità, a
mio parere. Svincolata dal PDL
Per il resto, possiamo dire che il
PD esce sconfitto, senza dubbio alcuno, da questa tornata elettorale. E se a
Roma avessimo avuto
Vince il Poeta in Puglia, vincono i
venditori di sogni in giro per l’Italia, vincono quelli che si alleano con i
poteri forti al Sud (e qui le sconfitte non necessariamente devon
far male, credo che faranno bene alla democrazia e alla sinistra..), vincono
quelli che aspirano alla somma semplificazione che prevede nel futuro regioni
forti senza Stato.
Siamo da tempo entrati nel mondo
dell’audiovisivo, che significa il mondo delle immagini accompagnate da suoni e voci
e vince chi costruisce l’audiovisivo (la favola, l’immagine e l’immaginifico
attorno alle persone). La gente non legge molto, non è molto abituata alla
parola scritta, chi aspira al razionale rappresenta una minoranza. E in
politica questa minoranza si traduce in voti: un quarto dell’elettorato al PD e
un 15 % suddiviso tra altre formazioni
di sinistra. Ed è un errore pensare che il problema consista soprattutto nella
proprietà dei mezzi audiovisivi. Certo questo è un dato rilevante, ma a mio
avviso, contrariamente a quanto pensino i più, non decisivo. C’è qualcosa di
più importante e di più radicale: nel centro sinistra e nella sinistra in
generale manca chi (il leader, o, meglio, i leader) sappia uscire dalle pagine
del libro per portare tutti quanti verso un isola felice. L’isola è il futuro e
se anche nel libro viene chiamata “l’isola che non c’è” per chi va in viaggio
con Peter Pan e con Campanellino, quell’isola sicuramente c’è.
Meditate gente, meditate.
28-29 marzo ELEZIONI, ESERCIZIO DI DEMOCRAZIA
Al seggio come rappresentante di
lista del PD ho visto una nuova generazione di scrutatori e di Presidenti,
giovani e abbastanza preparati. Qualche faccia strana e giovani spinti dai
partiti a coprire questi posti anche in vista della remunerazione (scarsa in questo
caso) ma sempre giovani corretti. Corretti anche , in generale, i comportamenti
di tutti i rappresentanti di lista. Ho notato per la prima volta i
“rappresentanti” dei singoli candidati
presenti in alcune liste (PD, IDV, Destra e Polverini), interessati solo
a raccogliere quelle preferenze. Si temevano pressioni ma nelle 4 sezioni che
io ho curato debbo dire con piacere che tutto si è svolto nella massima
correttezza e nel massimo fair play.
IL POPOLO DELLE LIBERTA’ VA IN PIAZZA
Le parole d’ordine: contro le MENZOGNE, L’INVIDIA, L’ODIO
Per abitudine e per antica prassi, l’opposizione scende in
piazza CONTRO e chi governa (in genere NON) scende in piazza per dare un
sostegno a chi ha la responsabilità di fare le scelte.
Ci si sta abituando a nuove abitudini
e allo stravolgimento non solo delle
regole ma anche della prassi: in questi giorni l’opposizione è PER e la
maggioranza è CONTRO !. Rimane da capire dove sia
Ho sempre più l’impressione che si
cerchi di prendere l’italiano per la “panza” e soprattutto per quello che si
nasconde sotto di questa.
Linguaggio pre-politico,
parole d’ordine scritte dagli sceneggiatori del Grande Fratello, appelli alle
masse. Finiremo all’ammasso?
IL POPOLO VIOLA, L’OPPOSIZIONE, IL CENTRO SINISTRA in piazza
Le parole d’ordine : FUTURO, SVILUPPO, LAVORO
E’ un popolo che vuole esprimere le
proprie opinioni e che vuole spazi per poter dire ed ascoltare. Ascoltare chi
esprime il proprio pensiero anche attraverso i mezzi tecnici che noi, per scelta, abbiamo deciso che fossero pubblici.
In piazza per farsi sentire, per
parlare, per dare al popolo, quindi a noi stessi, una speranza di miglioramento.
8 marzo 2010
Potrei dire che me ne sono accorto
solo oggi, forse non è proprio così ma ora la cosa mi si prospetta in modo più
chiaro.
Ormai gli apparecchi radio sono diventati
una rarità. Nessuno compra più una radio. Si comprano telefoni cellulari che
permettono di sintonizzarsi sui canali radio, si comperano lettori MP3 e 4 che
permettono di ascoltare anche la radio. Si acquistano ancora le autoradio, o
meglio, si acquistano vetture che hanno incorporato un apparecchio che permette
anche di ascoltare i programmi della radio. Gli apparecchi radio sono ormai
oggetti che si vedono (più che oggetti che si vendono) enei mercatini dell’usato. E allora, la radio se non è più
un elettrodomestico che cos’è? La radio è diventata un insieme di idee che
danno vita a progetti che diventano programmi che poi, tramite teconologia e , soprattutto, intervento di operatori e di
artisti e di intellettuali, vengono diffusi.
La televisione invece che cosa è
diventata? Ha cambiato la forma ma è pur sempre una scatola. Una scatola sempre
meno a tre e sempre più a due dimensioni. La forma del fuori, della scatola è
ancora importantissima, e lo spazio che deve occupare in casa è ancora determinante.
Ci sono anche dei programmi che vengono
proiettati e quindi messi in onda. Ma anche questi, in molti casi, non vengono
definiti “contenitori”?
8 marzo 2010 OTTOMARZO?
Alla radio, che ascolto questa mattina con l’auricolare mentre pedalo
sulle colline della campagna romana, si trasmettono due brevi interviste sul
significato attuale della festa dell’ottomarzo. Al
microfono le due donne che dirigono l’Unità e il Secolo d’Italia. Sono curioso
di sentire le due diverse sensibilità. Inizia la “Direttora”
de Il Secolo d’Italia :”occorre riprendere con l’ottomarzo
di lotta, non è il momento di fare festa. Le donne stanno perdendo posizioni e
negli ultimi anni la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata”. Poi è la
volta della “direttora” dell’Unità :”noi abbiamo
pubblicato questa mattina cinque storie o interventi di donne che esprimono le
loro posizioni. Hanno posizioni diverse….”
In serata, mentre si aspetta la
decisone del TAR del Lazio sul ricorso del PDL in materia di liste elettorali
l’Ocse ha fatto sapere che , fra i 30 paesi che fanno parte
dell’Organizzazione, l’Italia è davanti solo a due paesi (uno è il Messico,
l’altro non mi sovviene) per quanto
riguarda il lavoro femminile.
4 marzo 2010 I PASTICCIONI IN
PIAZZA e il MARCHESE DEL GRILLO
Mentre scrivo i candidati della
lista Polverini stanno parlando in piazza a Roma. Chiacchierano di cose che non
sanno. Di diritti. Di sanità. Di lavoro. Di scuola.
Ricordo
La differenza tra il Popolo che
adesso è in piazza e il Marchese del Grillo è che lui era convinto veramente di
essere diverso (“io so io e voi nun siete un ca..o…”) e non aveva bisogno di alzare la voce, loro,
invece, alzano il tono perché devono mettere paura. Paura a chi? Ai cittadini o
alle istituzioni ? C’è già stato uno, cui molti di quelli che sono in piazza
pensano come a un loro maestro e come a un grande statista, che affermava a
gran voce “me ne frego”. Sento intorno
una gran voglia di olio di ricino e penso che oggi è soprattutto una brutta
giornata per la democrazia.
22 febbraio 2010 LE TASSE SONO
AUMENTATE
Esistono i fatti oggettivi?
Il mio primo Professore di
Sociologia a Trento, a Novembre del 1965, si chiamava Giorgio Braga. Non penso
sia stato un grande sociologo, ma è stato sicuramente un individuo attento alla
inevitabile commistione di diversi saperi. Nelle sue lezioni, e nel suo testo che dovevamo studiare quasi a
memoria, si poneva l’accento sul fatto che
Ora, venendo a noi. Cosa sta
capitando a me, e in senso traslato, a noi, visto
che mi si applicano regole di ordine generale e non costruite su misura per il
sottoscritto, in materia di tasse. Ho scoperto con grande disappunto che
nel passaggio tra il 2009 e il 2010 la mia pensione è diminuita su base mensile
di ben 80 euro. E io che mi aspettavo un aumento dovuto all’applicazione anche
al sottoscritto del contratto siglato nel 2009 (ma con effetti retroattivi
sugli anni precedenti, con effetto quindi di aumento della pensione lorda, di
poco, ma positiva per almeno 12 euro al mese) ho scoperto, analizzando le voci
del mio cedolino mensile della pensione che: 1. l’Irfef
generale (nazionale) è aumentata di 9 euro, 2. è stata introdotta
un’addizione Irpef regionale pari a 56 euro (per la precisione 55,98) e, 3. è
stata introdotta un’addizionale Irperf comunale pari
a 20 euro (per la precisione 19.99, come per i prezzi del supermercato). Alla
fine 80 euro di meno, tondi tondi.
Conosco i problemi e i numeri della
crisi della Sanità del Lazio e mi aspettavo il sacrificio, quello che vorrei
sapere tra quanti questo sacrificio è distribuito.
Non avevo avuto avvisaglie invece
della seconda addizionale? Perché?
E anche in questo caso, chi paga? La
risposta è semplice: come sempre, i lavoratori dipendenti e i pensionati che
non possono reagire e non si possono sottrarre alla ritenuta alla fonte. Il mio
caso è esemplare, nessuno mi ha annunciato quanto stava accadendo. E chi doveva
farlo? Lo stato centrale per la sua parte, ma la consegna è parlare solo della
riduzione delle tasse.
Intanto le tasse aumentano e si
spera che se ne accorgano tutti coloro che, tra un programma televisivo di
intrattenimento e un altro, tra un “contenitore” e un altro, trovano ilo tempo
e lo spazio per fare due conti per accorgersi che la loro personale situazione
oggettiva è peggiorata. Dalla situazione personale specifica i cittadini
potrebbero passare alla condividere con
altri cittadini questa constatazione. E’ a quel punto che scatta la
molla che crea una convinzione comune, una posizione che si può trasformare in
politica. Comunicando gli uni agli altri, al di fuori dalla dipendenza dalla
televisione si può riprendere a costruire opinioni a partire da fatti
oggettivi.
A quel punto si potrebbe scoprire
che il Paese è più povero e non tanto per la crisi finanziaria eccezionale dei
due anni trascorsi. E’ più povero per l’eccesso di malgoverno e per l’assenza
di un progetto per il presente e per il futuro del paese.
Un dato oggettivo: nel 2001 il PIL
pro-capite (prodotto interno lordo per abitante) in Italia valeva il 217% della
media europea. Gli italiani erano più ricchi dei cittadini di molti paesi
europei. Poi sono entrati molti nuovi paesi nell’Unione Europea e il valore della
media del PIL si è abbassata. Invece di crescere e migliorare la nostra
posizione in Europa ora è la seguente: il PIL pro-capite italiano è, seppur di
poco, sotto la media europea. Ovvero: gli italiani sono tra i poveri d’Europa.
Povera Italia! E poveri gli
italiani.
13 febbraio 2010 L’emergenza
continua (e l’ideologia mascherata
da altro, avanza..)
Si sa che gli italiani sono
grandi nelle emergenze. Sono in genere pigri e poco attenti ma quando crolla un
ponte, un terremoto abbatte un centro città, un’accidente
riempie di sporcizia le nostre strade, una Olimpiade oppure un Mondiale si
avvicina, gli italiani si scoprono veloci, velocissimi, capaci, capacissimi di
predisporre tutto per l’ora in cui si accedono i riflettori. Per anni ho
seguito anche progetti europei: eravamo gli ultimi nelle sperimentazioni e
negli approfondimenti ma i primi a organizzare pranzi e cene. Gli italiani sono
cambiati? Gli italiani non cambiano. Hanno trasformato tutta la normalità in
emergenza. Hanno eliminato la normalità, la trattano come fosse una malattia.
Una malattia del culturale d sinistra. Guai a parlare di normalità, guai a
volere un paese normale. E quando
qualcuno invoca
17 gennaio 2010 Il Papa e gli Ebrei
Oggi il Papa è in Sinagoga.
Cristo andava al Tempio.
Cristo ha parlato nel Tempio.
Cristo ha scacciato i mercanti dal
Tempio.
Cristo non era amato da chi stava al
Tempio.
7 gennaio 2010
“Ce la faremo a perdere le
elezioni regionali nel Lazio anche senza correre con un nostro candidato?” ( Il
PD)
“L’ignoranza è più pericolosa della cattiveria”(Semprevero)
“Diamo già tanto sostegno alla Magistratura, perché dovremmo dare sostegno anche ai magistrati?” (
6 gennaio 2010
Il Mondo deve essere Concavo
Nell’anno nuovo ci siamo entrati come sempre di botto. Nel senso che anche quest’anno non sono mancati i botti rumorosi e colorati. Pioviccica e si sta sulle montagne russe con il termometro. Nel giro di una giornata sembra di passare attraverso almeno tre stagioni diverse. Forse l’Italia si è trasferita verso il Belgio, o, ancora di più, è diventata una penisola irlandese. Passano le nuvole, stendono pozzanghere un po’ ovunque e poi si aspetta il sole che fa riflettere il cielo e gli edifici come fosse tutto un gioco.
E come un gioco ricomincia il confronto politico. Tutti a corteggiare il centro. E il centro diventa sempre più Centro. Un Centro che sgomita per rimanere lì, possibilmente da solo. Il Centro vale tanto e da lì il mondo deve essere più bello, se tutti sembrano provare un po’ d’invidia per chi si è già installato lì.
Ma perché il Centro dovrebbe rappresentare un valore, e per chi? Il Centro è un valore solo se il mondo , la cultura e la società (e quindi la politica) si possono rappresentare come uno spazio concavo. E allora il peso, la gravità, soprattutto se il terreno è reso viscido (mi par di vedere tanti piccoli untori che ungono di grasso il mondo per far scivolare meglio…) porta tutto quello che ha un peso verso il basso. E quindi verso il centro. Un Centro dove vedo tanta gente che va a sbattere l’una sull’altra. Tanti corpi pesanti. Non necessariamente tanti pensieri (che, come sappiamo, son leggeri..)
E invece il Mondo deve essere
Convesso
Guardate il profilo di una città come Roma. E’ pieno di cupole. Ogni tempio ha una cupola. Pantheon, Sant’Andrea della Valle, San Pietro, …..L’uomo tende verso l’alto e costruisce cupole. Cupola = Convesso. Il peso non cade verso al centro ma si scarica sui lati. La forza sta nei lati. Si rafforzano i contrafforti quando si vuole avere una grande costruzione che tende verso l’alto. Dai costruttori del pantheon ai costruttori delle Cattedrali più importanti il problema da risolvere è sempre stato il modo corretto di scarico del peso verso i pilastri e verso i contrafforti. Se si guarda avanti e si cerca l’Alto, occorre sapere costruire un mondo Convesso. In questo mondo il Centro è solo un punto. Un valore astratto. Non c’è posto per nessuno. E invece intorno ci sono solide colonne e c’è area e c’è perimetro e c’è dentro e fuori, c’è dialettica e c’è confronto. Vicinanze e distanze. Aria e sole. Ma se il Mondo che guarda in alto (dove ci sono i Valori, dove c’è il Futuro, dove c’è il Pensiero…) è Convesso, perché cercare sempre questo centro? In centro ci si passa ogni tanto, ma come per i Saldi in questi giorni, ci si accorge che c’è sempre troppa gente. E tanti sono di passaggio. Con tutta questa gente che passa che si può costruire? Poco, credo.
E allora, giriamo alla larga. Dal Centro
31 dicembre 2009
AUGURI
Sta finendo questo 2009 di crisi per il mondo e di passaggio critico per me. Primo anno passato in pensione, lontano dal mio usuale posto di lavoro, lontano dalle vecchie abitudini. Un anno passato a costruire nuove abitudini o a trovarne altre, costruite come un abito dalle circostanze, dagli impegni famigliari, da qualche piccolo impegno di lavoro. Da qualche piccolo impegno.
E allora, qualche ora prima del cenone di Capodanno al Casaletto (sulla Palombarese, oggi sono passato in bici a vedere dov’è e com’è) AUGURI a tutti quelli che:
- sono come me, un po’ scontrosi, un po’ complicati, un po’ seriosi, un po’ insicuri, amanti delle pause più che della velocità, amanti del ritmo della bicicletta, della fatica onesta, del viaggiare, un po’ curiosi del nuovo, che non si accontentano mai, che il bicchiere lo vedono…..
- non mi assomigliano per niente, ai simpatici, a quelli aperti a tutti, a quelli che vivono un po’ fuori di sé, a quelli che corrono anche se non hanno ancora deciso dove andare, a quelli che si accontentano e che vivono contenti e pensano che “basta la salute e ‘n par de scarpe nove…” ;
AUGURI a quelli che si battono per le cose che contano: sé stessi, gli altri, la famiglia, gli amici, i vicini, i popoli lontani, quelli che hanno di meno quelli che non hanno niente, quelli che hanno perso tutto, quelli che hanno perso anche la speranza
AUGURI agli italiani,. Perché non è vero che sono i peggio, invece è vero che sono i più scontenti. Sembra che i più scontenti siano quelli che vivono in posti dove le disuguaglianze sociali ed economiche siano alte o stiano ancora crescendo. In questa nostra Italia, anche un pensionato come me si trova ad essere collocato fra il 5% degli italiani ricchi. E allora AUGURI a tutti gli italiani che muoiono di fame perché guadagnano meno dei propri dipendenti e collaboratori. Stapperemo una bottiglia di spumante per gli italiani che appartengono alle categorie in difficoltà: i titolari delle imprese industriali, i banchieri, i proprietari di catene di negozi, i proprietari immobiliari. E anche a tutti quelli che hanno messo i loro soldi in Borsa: nel 2009 hanno guadagnato circa il 20% ma una piccola parte viene tagliata dalle tasse….AUGURI agli italiani che hanno fatto rientrare in patria (si fa per dire…) 95 miliardi di euro che per un po’ di anni hanno “lavorato” all’estero. AUGURI anche ai milioni di italiani che all’estero ci sono andati per lavoro.
AUGURI ai nuovi italiani dalla pelle nera, dalla pelle gialla, dalla pelle bianca ma con i capelli o troppo biondi o troppo neri, con gli zigomi alti o con la camminata sghemba. AUGURI a quelli che hanno un lavoro ma non hanno na casa e a quelli che hanno una casa ma non potranno vere un lavoro regolare perché nemmeno gli italiani che lavorano con loro un lavoro regolare ce l’hanno.
AUGURI a quelli che stanno sui tetti per difendere il proprio diritto ad un lavoro. Li ho visti in televisione: mi assomigliano. Non sono tanto gli operai ad aver problemi, sono i tecnici, i ricercatori. I figli di questa Italia che prima ha “investito” su di loro, li ha mandati all’Università, li ha fatti crescere professionalmente e poi ha semplicemente tagliato loro l’erba sotto i piedi togliendo valore al loro lavoro e alle aziende nelle quali sono cresciuti.
AUGURI a chi a responsabilità di governo. La “governance” oggi è sempre più importante, la nostra vita è fatta di segmenti e ogni risposta collettiva necessità di funzioni complesse. Servono persone capaci per avere un buon governo. Servono persone che abbiano competenza e che dialoghini con i cittadini. Un augurio per tutti quelli che dovranno decidere dov’è il limite tra pubblici e privato. Sperando che non ci “privino” del pubblico, così come stanno facendo mettendo sul mercato tutto quello che è nostro. I beni culturali, i patrimoni abitativi, i territori del demanio, le caserme dell’esercito e adesso anche l’acqua dei nostri fiumi e dei nostri laghi.
AUGURI a tutti quelli che credono ancora nella DEMOCRAZIA. A quelli che sono convinti, come me, che la democrazia è un esercizio quotidiano e che vive e si sviluppa prima fuori dalle istituzioni e poi dentro di esse. Una democrazia che usa il momento del voto come fase del confronto ma che si esercita nei luoghi di lavoro, nella famiglia, nella scuola, nel vicinato.
AUGURI a quelli che hanno i capelli bianchi, sperando che siano saggi e ancora si sforzino di capire il nuovo e le nuove generazioni e non pretendano solo il “rispetto” (ma poi, rispetto a che, il rispetto?....)
AUGURI ai più giovani, perché loro non lo sanno, ma sono pochi e forse è anche per quello che sono coccolati. Sono pochi e rischiano di rimanere isolati. Ad uno ad uno. Oppure in piccoli branchi. Ma non sono lupi, sono piuttosto agnelli, e devono stare attenti ai buchi neri che li possono risucchiare verso il nulla. Un augurio perché costruiscano catene umane, perché si prendano per mano, perché si guardino negli occhi, perché riscoprano il piacere di ridere per niente. Senza il bisogno di passare attraverso qualcosa che non sia l’attrazione dell’uno verso l’altro.
AUGURI anche a quelli che credono in questi mezzi che sto usando in questo momento, a quelli che sviluppano programmi per far comunicare, per aiutare questa nuova forma di linguaggio democratico.
AUGURI ai miei 25 lettori. Forse oso troppo a pensare che siano
veramente
25 dicembre 2009 Natale
Il Natale, lo sanno tutti, lo sanno anche i bambini, è una festa particolare. Se non stai attento ti avvolge, ti cerca lui e ti copre con le sue tante sciarpe di lana. Ti cerca, ti scopre e poi ti copre. Se stai attento lo vedi e te ne accorgi, se sei distratto, non te ne accorgi ma succede sempre. A prescindere.
Tu sei lì che pensi che è dicembre, che i è quasi alla fine dell’anno e sarà l’occasione di fare un po’ di conti con te stesso. E mentre guardi avanti, intanto giri per cercare un piccolo regalo, mentre fai i conti col gelo, cominci a far la spesa per la cena e per il pranzo di Natale.
E poi arriva la vigilia, e vedi i parenti e quelli che non vedi li senti e li saluti. E poi il Natale. E non puoi farne a meno.
Noi il Natale ce lo portiamo dentro. E’ vero che ci avvolge, ma perché è un prolungamento dei nostri stessi primordiali sentimenti e delle nostre primigenie emozioni.
Noi siamo nati con il Natale addosso, ci siamo cascati dentro da bambini, che neanche sapevamo di esistere. Ed è per questo che oggi siamo a Natale non in un altro tempo e in un altro giorno.
Per festeggiare, anche noi siamo stati alle prese prima coi
fornelli e poi con la tavola. E per quelli che non c’erano ho scritto il
Menu del pranzo. Eravamo in 10 e non vi stupirete se vi dico che è avanzato
qualcosa
Menu di Natale 2009
Antipasti
Vini
Affettati
di : Salame Felino, salame napoletano piccante, salamella dolce
Stuzzichini
di formaggio con pistacchi noci e nocciole
Olive
schiacciate calabresi, Olive dolci e al forno
Chardonnay
Brut - Terre dei Santi
Crema
di carciofi al tartufo, Patè di fegatelli alla maremmana
Insalata
russa
Primo
Tortellini
in
brodo
Rosso di Montanello - Stefanoni
Secondi
Bollito
misto (Manzo, Vitella, Gallina,polpettone lesso) con salsa verde e Mostarda di
Cremona
Faraona
al tegame
Abbacchio
al forno con
patate
Barolo 2002 – Le Terre del Barolo
Sperss Langhe 1996 - Gaja
Insalata
di
rinforzo
Dolci
Struffoli
napoletani fatti in
casa
Leatico - Stefanoni
Pasta
reale
Canditi
e nocciole al cioccolato fondente
Frutta
Leechis
Ananas
Mandarini
Datteri
di Israele
Frutta
secca
24 dicembre 2009 Vigilia di Natale
Più che augurar AUGURI
Augurar non so
22 dicembre 2009
L’Italia è divisa. Al Nord ancora a fare i conti con l’emergenza neve e ghiaccio. A Roma ci sono 14 gradi in più di ieri. E’ arrivato l’inverno da due giorni.
Evviva , è arrivata
Le quattro stagioni sono tre, estate e inverno.
21 dicembre 2001 ancora NEVE e gli aeroporti son chiusi.
Mancano i mezzi per “sbrinare” aerei e piste, le porte dei treni, ghiacciate, non si aprono. L’AD delle Ferrovie si difende: “noi aperti e viaggianti, con pochi problemi di ritardo, negli altri paesi non si viaggia”.
Ci sarebbe da far polemica a iosa. La linea del momento è quella di privilegiare l’amor di patria.
Tutto va ben madama la mar……., tutto va ben…..
Mentre il costo dell’investimento delle Ferrovie per far fronte alle crisi e alle difficoltà del tempo (non mi par giusto parlare di maltempo) invernale sono misurabili in decine e centinaia di milioni di euro, e per questo se ne parla e per questo gli investimenti non si fanno, nonostante i 60 miliardi (nostri) spesi per l’Alta Velocità, il costo del disagio di decine di migliaia di cittadini italiani non viene calcolato praticamente da nessuno, eppure il costo del disagio è calcolabile, in giornate di lavoro perse, in ritardi, in mancati appuntamenti, in malattia conseguente al disagio, in effetti indesiderati sullo stato fisico ma soprattutto psichico dei più labili (anche di quelli che non circolano dalle parti della Piazza del Duomo di Milano….).
Girate nei siti web e trovate la risposta. Andate sulle prime pagine dei quotidiani e cercate una cifra, un valore monetario. Nulla.
Sono passati sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale ci dovremmo aspettare almeno una “guerra di cifre”. Invece niente. E pensare che avevamo nel nostro paese grandi economisti dei maestri nell’analisi dei costi/benefici.
Che fine hanno fatto?
Forse nessuno gli offre più ricche prebende?
E l’informazione in egual misura raccoglie testimonianze del disagio. Ma nessuno si è accorto del deficit informativo su quanto accadeva negli scali italiani ed europei, e avete fatto l’esperienza di stare per un’ora davanti ad un pannello informativo della Stazione Termini?
20 dicembre 2009 NEVE , e l’Italia si blocca
La temperatura è scesa anche a Roma sotto lo zero. Arriva l’inverno. Neve ovunque. Ieri grande nevicata a Montefiascone proprio mentre ero nella grotta di Stefanoni a rifornirmi di vino per le feste.
Oggi pedalare sulla mia bici a corsa è stata dura. Molto peggio per gli europei e gli italiani che viaggiavano in aereo e in treno. Mezzi fermi ovunque.
La tecnologia può quasi tutto, ma la prevenzione “tecnologica” costa.
Ottobre, Novembre 2009
Questa parte del sito, che coincide con l’home page, è rimasta muta per tre mesi.
Un virus, peggiore dell’Influenza A (della quale peraltro si son perse le tracce, cercare presso case farmaceutiche accreditate presso questo Governo, n.d.r.) mi ha impedito di scrivere.
In realtà nulla mi impediva di scrivere, e difatti ho scritto per me e per altri nel frattempo, mi impediva di mettere in rete. E io amavo (e amo) scrivere per la rete.
E’ un po’ come andare di notte sulla riva del lago a lanciare i sassi tondi e piatti per vedere i rimbalzi e cercare ad ogni lancio di migliorasi.
Scrivere per il mio sito è come scrivere al buio e per il buio. Ogni tanto qualcuno passa e accende una sigaretta e alla luce fioca dell’accendino della brace si può indovinare il gesto e immaginare i cerchi sull’acqua. C’è il rumore del sasso che rimbalza sulla superficie e con un po’ di fantasia si vede il volo a pelo d’acqua. Così è il mio scrivere e il mio fissare pensieri sul presente.
Un presente difficile e ricco.
Un presente bello che amo quasi fosse la mia vita stessa. Una vita
intrecciata alla vita di tanti altri e allo stesso tempo diversa. Fatta di
giorni che nonostante tutto l’impegno loro e mio non riescono ad essere mai
tutti uguali gli uni agli altri. Giorni passati a Roma, a Marta. Giorni passati
a Istambul per la prima volta dal lontano agosto del
1970. Allora l’Hotel Pirlanta (davanti alla Moschea Blù, e ora non esiste più…) aveva ospitato un gruppo di
ragazzi dai capelli lunghi e ragazze alla ricerca del fascino dell’antico
e ora l’Hotel Maywood, non molto lontano dal
ponte di Galata e dal parco delle due moschee più ricche di storia di
tutta