il diario della bici


“La terra, la nostra Terra,
si muove in continuazione anche se noi non ce ne accorgiamo e crea cicloidi, proprio come le ruote
della bicicletta in movimento.
Forse è per questo
che andare in bici
è un po’ come muoversi
nello spazio profondo”

                                                           FF

Da qualche anno ho preso l’abitudine di annotare i percorsi domenicali e le uscite che con la bici da corsa faccio essenzialmente per tenermi in forma e per verificare che ancora sono in grado di stare in sella almeno per alcune ore. Ho due biciclette, sono tutte due discrete ma niente di innovativo o di particolarmente aggiornato e tecnologico. Una Mass in alluminio con un datato Shimano 105 che tengo a Roma e una Giant Cadex in carbonio e alluminio che tengo a Marta sul lago di Bolsena con un vecchio Campagnolo smontato da una precedente Franchi in acciaio. La Giant è il mio “muletto”, comoda con la sua vecchia sella ormai ammorbidita dal tempo. Le due bici le ho acquistate da Giuseppe Caprio a Montefiascone, un vecchio negozio aggiornato e ben attrezzato attivo già dai tempi del nonno di Giuseppe (non per nulla si chiama “Caprio1906”)

Le mie uscite romane sono condivise spesso  con i miei amici Aurelio I. e Massimo V. che in genere sono più preparati e in forze rispetto al sottoscritto. Il più delle volte alla fine delle salite sono loro che aspettano il mio arrivo per poter proseguire. I percorsi vicino a Roma permettono di vedere la meravigliosa campagna nelle sue diverse stagioni, gli animali  al pascolo, i piccoli paesi. Ci si ferma la bar per il caffè. Ci si affeziona e si torna sempre negli stessi posti.
Al sabato, ogni tanto, mi aggrego al gruppo che parte sotto casa, alle otto o alle nove a  seconda delle stagioni. Mi han detto che li chiamano “i pesciaroli”, alcuni sono pensionati ed escono tre-quattro  volte alla settimana, fanno 10.000 o anche 15.000 chilometri all’anno, tre volte più di me. Ci sono anche alcuni che partecipano alle Granfondo, adesso è tanto che non li frequento. È probabile che tre anni fa me la cavassi meglio.
A Marta, l’uscita classica è il giro del lago di Bolsena, sono circa 60 KM con discrete salitele sia in verso che nell’altra direzione.
Qui trovate qualche scarna informazione sui percorsi e notizie.

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